Tu sei qui

Export, pagella da 10 per Verona: l’analisi di Verona nel mondo 2017

Verona, 30 maggio 2017. La pagella di Verona nel Mondo è un tripudio di 10. 10 miliardi di export per

cominciare, poi 10 in numerosi settori. Verona è la prima provincia esportatrice italiana nel vino, quindi da

voto 10, nel marmo, nelle batterie, pile, accumulatori, calcestruzzo, cemento, gesso e nei prodotti abrasivi

e di minerali non metalliferi.

E’ quanto emerge dal Report “VERONA nel MONDO. Interscambio commerciale”, con le elaborazioni dei

dati import-export di fonte Istat, presentato insieme al “Rapporto sull’economia veronese”, che analizza i

principali dati 2016 relativi a imprese, occupazione, settori economici e internazionalizzazione della provincia

di Verona. Entrambe le pubblicazioni, realizzate dal Centro Studi della Camera di Commercio, sono pubblicate

sul sito dell’ente camerale www.vr.camcom.gov.it, nella sezione “Studi e informazione economica”.

“Verona, con una crescita del +2,9% rispetto al 2016, è la 10^ provincia italiana per export, registrando una

performance migliore rispetto a quella del Veneto (+1,3%) e dell’Italia (+1,2%). Non solo, aggiungendo alle

esportazioni anche il valore delle importazioni, diventa la 5^ provincia italiana per interscambio

commerciale – spiega il Presidente, Giuseppe Riello e vanta numerosi primati italiani nei diversi comparti.

Siamo i primi esportatori italiani per vino, marmo, batterie, cemento, calcestruzzo, gesso e prodotti abrasivi

e di minerali non metalliferi. Questi ultimi frutto probabilmente di nuovi impieghi del marmo e della pietra

veronesi. Siamo secondi nell’alimentare e nell’ortofrutta e, nonostante la grave crisi che attanaglia il

comparto, siamo ugualmente terzi nella termomeccanica. Siamo settimi per le calzature, decimi per il tessile

abbigliamento e tredicesimi per i macchinari. Un’economia variegata che si autoalimenta, grazie all’intreccio e

all’incontro tra diverse filiere. Pensiamo al boom del turismo: hanno senz’altro giocato le attività promozionali, i fattori

geo-politici, ma anche la sempre maggiore diffusione all’estero dei nostri prodotti agroalimentari e del vino”.

 

I PRODOTTI. Il sistema agroalimentare mette a segno i migliori risultati:+7,9%, con una quota sul totale

dell’export del 28%). I prodotti alimentari raggiungono quota 1,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,3%, il

vino cresce del 4,7% a 923 milioni ed è boom per l’ortofrutta che aumenta del 12,3% a 570 milioni di Euro.

Cresce anche il sistema arredo (1,4%, con una quota del 5% sul totale delle esportazioni provinciali), grazie

al 1,6% del marmo. Il sistema-moda, che rappresenta una quota del 12%, registra una flessione dell’1,7%,

risultato di variazioni di segno opposto: +1,6% per il tessile-abbigliamento e -8,8% per il calzaturiero. Quasi

stabile, il comparto dell’automazione (-0,7%) che, con oltre 2 miliardi di Euro, rappresenta il 21% delle

esportazioni veronesi. L’analisi delle performance dell’export offre un quadro diverso dell’economia

veronese di oggi rispetto a quella 15 anni fa.

“Le 4 A alla base dell’economia veronese fin dagli anni ’80, - spiega Riello - cioè i settori dell’abbigliamento

(sistema moda), agroalimentare, automazione (metalmeccanica e macchinari) e arredo (legno, mobile e

marmo) hanno mutato profondamente il livello di competitività sui mercati esteri. In termini di peso

percentuale sul totale delle esportazioni, l’agrolimentare è quasi raddoppiato dal 14 al 28%, mentre

l’arredo ha perso quasi il 75% passando dal 19% al 5%. Una crescita meno esplosiva dell’agroalimentare, ma

costante, la si riscontra per l’automazione passata dal 17,1% al 20,9%. Un trend probabilmente penalizzato

dalla forte crisi subita dalla termomeccanica. Per l’abbigliamento si riscontra un calo dal 22% al 12% dovuto

alla crisi del calzaturiero”. Se le 4 A pesavano per il 72% sull’export nel 1991, oggi pesano per il 66%.

Elaborazione Centro Studi Camera di Commercio di Verona su dati Istat

I MERCATI. “Analogamente, negli ultimi decenni si è andata diversificando l’offerta di prodotti all’estero –

conclude Riello – il che riduce i rischi Paese: nel 1963 i paesi di destinazione delle merci veronesi erano 88

ora sono 191. I primi cinque mercati destinazione, che più di cinquant’anni fa rappresentavano una quota di

mercato del 76%, oggi pesano complessivamente per il 43%”.

Nell’ultimo anno, nella top-ten dei mercati di destinazione, tutti i primi otto Paesi registrano risultati di

segno positivo. La Germania si conferma al primo posto, con 1,8 miliardi di Euro e una crescita del 5%,

seguita da Francia (+5,0%), Regno Unito (+7,1%), Stati Uniti (+9,3%) e Spagna (+6,0%); si evidenzia inoltre

l’ingresso alla nona posizione della Cina con 240 milioni di euro (+7,6%). Tra i mercati posti oltre i primi

dieci, quelli che hanno messo a segno i migliori risultati, in valore assoluto, sono il Belgio, la Slovenia,

l’India, l’Uganda e lo Sri Lanka.