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Mafia e economia: intervista a Paolo Arena e al Colonnello Pietro Carrozza

Mafia e economia: intervista a Paolo Arena, presidente di ConfCommercio Verona



Verona, 22 febbraio 2022. Le mani delle mafie in attività commerciali, bar e ristoranti: nell’anno della pandemia c’è stato un boom di interdittive e strani passaggi societari. Come si può contrastare il fenomeno che interessa sempre di più dei comparti fondamentali per l’economia veronese, quali quello del commercio e del turismo?



Il rischio che le organizzazioni mafiose si infiltrino nel settore dei pubblici esercizi e nel terziario più in generale è purtroppo attuale e sempre più elevato da Nord a Sud: l’intera filiera del commercio, del turismo e dei servizi balla su un filo molto instabile in un periodo di forte emergenza economica causata dalle chiusure per il coronavirus. Anche l'Organismo di Monitoraggio delle infiltrazioni criminali sull'emergenza coronavirus ha confermato il problema. I clan si muovono su due binari: da una parte l'economia sanitaria legata soprattutto ai dispositivi di protezione e ai rifiuti provenienti dagli ospedali; dall'altra, soprattutto, intervengono sui piccoli e medi imprenditori - del commercio, del turismo e della ristorazione, attività ideali per il riciclaggio - mettendo soldi liquidi e immediati nelle attività.



Perché le attività illecite si concentrano nelle Pmi?



Il motivo di questa propensione a "investire" nelle micro e piccole imprese del terziario risiede nel tipo di economia sulla quale si basano queste attività: il settore non vive su capitali o patrimoni, ma sull’impegno di professionisti che si sono costruiti nel tempo con la forza del proprio lavoro. Queste attività si mantengono attive con la liquidità o con alcuni finanziamenti nel caso in cui necessitino di investimenti più importanti e ciò li espone al rischio, in questo periodo, di dover ricorrere ad aiuti non leciti.



Cosa fare, allora? Sui temi della sicurezza e la legalità Confcommercio dialoga e interagisce con le istituzioni, il Governo e il Parlamento, le forze dell'Ordine, Associazioni, Enti pubblici e privati, imprese, Organizzazioni e Movimenti) impegnati nella lotta alla criminalità, in tutte le sue forme, a livello nazionale e locale. Monitora i fenomeni, raccoglie le esigenze del sistema e individua soluzioni, rappresentando le istanze degli associati anche in ambito legislativo. In termini finanziari, Confiditer, la cooperativa di garanzia di Confcommercio Verona, è un punto di riferimento per garantire alle aziende finanziamenti alle migliori condizioni sul mercato e per questo diamo sempre più attenzione e importanza alla sua azione: il ricorso a Confiditer è un modo tra l’altro per prevenire possibili fenomeni criminosi.



Confcommercio Verona ha aderito alla Consulta della Legalità, istituita dalla Camera di Commercio, per formare e informare sul fenomeno. Cosa ne pensa?



La Consulta della Legalità della Camera di Commercio di Verona - di cui fa parte anche il nostro vicepresidente di Confcommercio Verona Nicola Baldo - ha tra i suoi obiettivi la realizzazione di un percorso formativo che si propone di trattare la conoscenza del fenomeno mafioso e del suo agire, in particolare nel settore economico, e la presentazione di buone pratiche di contrasto e prevenzione già messe in atto in altri territori dello stato italiano. Formare e informare è  importantissimo per capire, prendere atto dei fenomeni, sapere come comportarsi e agire in caso di necessità e minaccia.

Mafia e economia: intervista al Comandante Provinciale dei Carabinieri di Verona, Colonnello Pietro Carrozza



Verona, 22 febbraio 2022. Qual è la principale organizzazione mafiosa che attualmente opera nel territorio veronese e quali sono i principali mercati e le principali attività illecite messe in atto dalle organizzazioni mafiose in questo territorio?



Le ultime attività investigative condotte sul territorio veronese hanno dato evidenza di una forte presenza della ’ndrangheta, quindi della criminalità organizzata di origine calabrese; ciò non esclude la presenza di altre strutture come Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita. Il territorio si caratterizza per una presenza che non è belligerante e militare, ma si sostanzia più sotto il profilo economico-finanziario, non dimenticando però, l’esercizio del metodo mafioso; infatti, le sentenze della Corte di Cassazione hanno, tra l’altro, stabilito, che si basa sul non dire, sull’intuire e sul lasciato percepire.



Durante il seminario promosso dalla Camera di Commercio di Verona ci ha parlato di alcuni casi di intimidazioni ad imprenditori agricoli con furti di mezzi e incendi, può parlarcene?



Sono casi che rappresentano le modalità con cui si sostanzia il metodo mafioso; poiché l’intimidazione va dal non detto all’azione, anche più forte, soprattutto quando bisogna convincere qualcuno a compiere determinate azioni. Durante una nostra attività investigativa abbiamo dimostrato che un imprenditore comprendendo della gravità della situazione in cui si trovava ha provato a reagire; conseguentemente lo hanno accompagnato in uno scantinato dove gli hanno semplicemente fatto vedere delle spranghe, delle catene e dei coltelli. Quindi non c’è stata una violenza, ma solo una dimostrazione di per sé sufficiente a sostanziare l’intimidazione criminale mafiosa.



Per quanto riguarda invece le mafie straniere, come si infiltrano nel territorio veronese e quali sono le principali attività illecite di cui si occupano? Si concentrano solo sul traffico di stupefacenti o ormai hanno preso parte anche in altre attività?



Facendo riferimento alle attività investigative svolte e ai procedimenti penali ormai conclusi possiamo dire che la criminalità di matrice albanese si occupa principalmente del traffico di sostanze stupefacenti, tendenzialmente cocaina, e in parte minore della gestione della prostituzione. Inoltre, un’organizzazione criminale moldava denominata “Patron” si è interessata alla commissione di furti in modo strutturato.



Da ultimo, la terza organizzazione criminale straniera presente è quella nigeriana, che ormai sappiamo essere di tipo cultista, che principalmente gestisce il mercato della marijuana e della prostituzione.



Quali sono i principali “reati-spia”? Quando e cosa, quali segnalazioni, quali indizi, vi fanno prendere coscienza del fatto che è necessario intervenire?



Sicuramente gli incendi, le esplosioni di colpi di arma da fuoco, i furti di macchinari agricoli di pregio, le lesioni personali. Di fronte a questi reati chiaramente si pone un’attenzione particolare proprio perché possono celare un'organizzazione criminale che opera sul territorio.



Come e quanto ha inciso la crisi da covid-19 sulle attività messe in atto dalle organizzazioni criminali?



Quali sono state le attività colpite maggiormente? E quali sono state le attività di contrasto messe in atto da parte vostra?



Sicuramente la pandemia che stiamo vivendo ha cambiato le abitudini di tutti noi e quindi anche le dinamiche del tessuto economico sociale. Uno dei settori che è rimasto più in difficoltà è quello che viene definito con l’acronimo Horeca (hotel-restaurant-café). Gli imprenditori di questi settori sono quelli che si sono trovati più esposti. Ci sono stati dei cambi repentini nelle attività, abbiamo già svolto interventi che sono terminati con la chiusura di alcune strutture, ne stiamo monitorando altre.