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Internet, quid iuris? Pmi, web e imitazioni: istruzioni per l’uso

Verona 23 marzo 2017. Più cresce il web e più aumentano i fenomeni di contraffazione via internet. Dall’imitazione della grafica o del codice sorgente del sito, alla registrazione di domini o mail contenenti nomi altrui sono ormai numerose le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale che si concretizzano in concorrenza sleale all’attività di impresa. Se n’è parlato ieri in Camera di Commercio a Verona nell’incontro organizzato dallo Sportello per la tutela della proprietà intellettuale in collaborazione con l’avvocato Stefano Ferro della Bugnon e lo studio legale Costa Creta.

 “Abbiamo fornito – spiega il Segretario generale della Camera di Commercio di Verona, Cesare Veneri - una panoramica sui principali fenomeni di imitazione o contraffazione che si verificano in Rete e che sono stati studiati a livello normativo o giurisprudenziale. Si tratta di concorrenza sleale e se l’azienda oggetto di imitazione opera nell’e-commerce il danno non è solo di immagine, ma anche di fatturato. I rischi sono numerosi nella vendita on line: si pone, infatti, anche il problema di tutelare i diritti di proprietà industriale, oltre che la grafica e il marchio. Molte Pmi non ne sono a conoscenza e affrontano l’e-commerce senza tutele: abbiamo voluto fare una rassegna degli strumenti per proteggersi. Ad esempio, nel caso dell’e-commerce esistono delle procedure di segnalazione predisposte dalle piattaforme di vendita on-line”.

 Le sentenze sulla tutela della struttura grafica e del layout del sito e sulla riassegnazione di domini altrui registrati illecitamente (definita cybersquatting) sono ormai numerose.

Il layout del sito web e il codice sorgente si possono depositare alla Siae oppure come modello all’Ufficio Marchi e Brevetti e in questo caso la tutela vale per 25 anni. Il primo perché rispecchia marcatamente l’immagine coordinata (marchio incluso) dell’azienda, il secondo perché è frutto dell’apporto unico e creativo di un programmatore. La copia pedissequa del layout di un sito Web costituisce sicuramente atto di concorrenza sleale, idem per eventuali “interfaccia o icone”. Grazie al modello registrato l’azienda ha il diritto di vietare a terzi l’utilizzo di pagine Web che possano indurre in confusione con le proprie. Per perseguire gli imitatori è sufficiente che l’aspetto complessivo del layout del sito richiami il proprio nei colori, forme, icone, font, ecc. E’ possibile, inoltre, ottenere la riassegnazione dei domini con nomi confusioni o vietarne la registrazione: è il caso di francescototti.com e dei numerosi siti contenenti la dicitura Parma o Ham (prosciutto in inglese), che sono stati tutti trasferiti al Consorzio di Tutela.